Battesimo internazionale dell’A.I.S.E.

Appunti di C. Barioli sul congresso “Educazione e sport: il caso del judo”, svoltosi presso la facoltà di lettere dell’università di Vercelli dal 22 al 24 Ottobre 2010.

Lassù qualcuno ci approva
C’è stata qualche difficoltà fisica, per me e per Giacomo Ferrari, preside della facoltà di Filosofia e Letteratura e quindi padrone di casa a Vercelli. Poi freddo e pioggia, e il nord pieno di iniziative con gli stages del Kodokan, la gara internazionale a Bergamo, quella di judo-tradizionale a Jesi.





Claudio Sanna parla nella Cripta, l’Aula Magna dell’Università del Piemonte Orientale a Vercelli.




Ma era il momento del judo-educazione e il signor Kano ha spento con soffio giovanile le 150 candeline della sua torta.
Il Comitato Scientifico (Bandini e De Paoli, Stradi, Ferrari, Crema) ha interagito meravigliosamente con Alcide Allemandi del Yanagi-Vercelli e col Yudansha-kai lombardo. I professori Espartero (Spagna), Niehaus (Germania), Svinth (Stati Uniti), Margnes (Francia), Sanna (Italia) sono stati felici di intervenire a fianco dei judoisti Chiara Balboni, Ivana Gaio, Cesare Barioli. E grazie all’iniziativa di Claudio Sanna dal Giappone abbiamo avuto la collaborazione di Hisashi Sanada e la presenza attiva di Ayumi Tanimoto.

To Master Barioli.
His message is a great honor for me and my university.
I sincerely hope we will meet in future.

(Al maestro Barioli. Il suo messaggio è un grande onore per me e per il mio Istituto. Speriamo sinceramente di collaborare in futuro).
Hisashi Sanada, University of  Tsukuba, Professor (sport anthropology)

Una donna fa lezione di randori
Ayumi Tanimoto ha vinto i Giochi di Atene (2004) e di Beijing (2008). Bella, brava, colta e preparata.

Ayumi: In Giappone l’uomo della strada che legge i giornali vuole che il Giappone vinca medaglie; ma tra gli esperti si fa strada l’idea che il judo di Jigoro Kano non sia sport…

Ayumi-sensei ha assistito allo tsukinami-shiai, ha commentato il judo dei partecipanti, ne ha corretto il randori. Con un sorriso invincibile ha comunicato energia e desiderio di crescere…

Ayumi: Prima di avvicinarsi al randori bisogna impadronirsi dei kihon, e poi dedicarsi a studiare la tecnica.
D. Quando hai cominciato a fare randori?
Ayumi: Dopo aver appreso le tecniche di base.




Ayumi Tanimoto sul terrazzo di Ivana Gaio Barioli




Ayumi-sensei ha 29 anni e si laurea in dietologia. Dice che, per una dietologa, l’Italia è un paese pericoloso. Della sua vita judoistica racconta che ha sempre tenuto fede alla raccomandazione del primo maestro: in gara cercare l’ippon, non la vittoria.

Ayumi: Se il maestro dice al ragazzo di andare in gara a vincere, il ragazzo ha perso il judo.

Scrollarsi di dosso l’eredità della lotta

In accordo col pensiero della Tanimoto, Il Corso Speciale di Randori di Chiara Balboni e Ivana Gaio tratta di questo (gli Atti del Congresso saranno pronti per Dicembre), analizza il pensiero di Kano e raccomanda di introdurre gli allievi al randori solo dopo che hanno padroneggiato i fondamentali e le tecniche del Corso Base (studio che richiede molti mesi). E di portarli in gara preparati tecnicamente e psicologicamente (dopo un paio d’anni di pratica).

Il primo judo si è diffuso in Italia adottando la didattica della lotta, sfruttando le doti atletiche e ignorando la psicologia della formazione. Oggi possiamo conoscere la didattica di Kano e studiare come si è evoluta nel Giappone del dopo-guerra, confrontandola con la situazione italiana: una nascita plagiata dalla lotta, una federazione guidata da lottatori, il Coni preoccupato solo dei risultati, e gli Enti tesi a conquistare consenso politico.

Nelle grandi gare il judo giapponese ha una marcia in più, fatta di posizione e di ippon-magistrali.

E ancora oggi un esperto nipponico in Italia suscita più interesse che non un tecnico nostrano in visita in Giappone…

L’imbarazzo di un accademico

Juliàn Espartero Casado ha la cattedra di Educazione Fisica e Sportiva dellʼUniversità di Leon (Spagna). Con Miguel Villamòn ha pubblicato La teoria educativa di Jigoro Kano (2009) sottolineando le contraddizioni esistenti tra lʼetica sportiva e quella originaria.




Spaghettata in cucina. Da sinistra: Yuka Kikuchi, Espartero, Barioli, Stradi, Tanimoto, la cantante Shinobu Kikuchi, la encantadora Juana Alonso Espartero.




E’ un vicino con cui possiamo intrattenere rapporti sportivi e culturali, cominciando dalla prossima estate. All’Università si batte per il judo-educazione, ma gli giungono i giovani formati dal ju-sport. Dal suo dialogare emerge la potenzialità della Spagna dove la federazione sportiva considera pericolose le idee di Kano. Forse possiamo reciprocamente aiutarci (la moglie Juana, soprannominata la Encantadora, parla italiano).

Capire la storia

Joe Svinth è invece uno storico (e un editore). Inutile raccontargli teorie, avvenimenti e ricordi, apprezza documenti. E la sua ricerca è importante nel nostro campo, dove spesso si concretizzano miti e leggende. Ha pubblicato studi molto importanti su Kano e sul judo.

Ci siamo scambiati gli ultimi libri (il mio Kano Jigoro educatore col suo Getting a Grip, che ha un’importante prefazione storica), ma sopratutto documenti.

Svinth ci ha onorato restando una settimana in Italia, producendosi in conferenze a Firenze (Kosen), Siena (Centro Garyu) e Rignano Flaminio (Narabi).




Nello studio di Barioli, la signora Svinth al computer, suo marito parla coll’interprete Guido Vais.




Altri amici

Eric Margnes viene dalla Francia, dove il judo è sport nazionale. Si incontra qualche difficoltà a parlare di judo-educazione con i francesi, perché loro hanno incluso molto tempo fa l’educazione nello sport, ma Eric dimostra l’alto livello di civiltà e cultura del suo Paese.

Mentre Andreas Niehaus è un personaggio straordinario, allegro, simpaticissimo, poliglotta, uomo di fiducia della Tsukuba-Un. (è in Giappone tre volte l’anno), autore di una voluminosa biografia su Kano (in tedesco): Leben und Werk Kano Jigoros (1860 -1938). Ein Forschungbeitrag zur Leibeserziehung und zum Sport in Japan (Ergon Verlag, 2003).

E c’è Claudio Sanna, professore veronese, l’uomo che ha contribuito particolarmente alla riuscita del Congresso perché, concedendosi un viaggio in Giappone, si è messo a disposizione dell’Aise, contattando l’università di Tsukuba, ottenendo (anche con il contributo di Stefania Bandini che è diventata professore all’Università di Tokyo) la collaborazione del professor Sanada e la partecipazione di Ayumi Tanimoto (vincitrice dei Giochi di Atene e di Beijing).

Inoltre è riuscito nell’intento di fotografare i reperti del museo del Kodokan (privilegio di pochi) e la tomba di Jigoro Kano (difficile da raggiungere). Pubblicheremo presto i risultati della sua fatica.

Il Congresso prossimo venturo

Sfrutteremo ancora la sede universitaria di Vercelli; contando sul preside di Letteratura e Filosofia, professor Giacomo Ferrari, col quale progettiamo una settimana di judo e lingua italiana (50-e-50), intitolata: Dal Fumetto alla Poesia; e sul maestro Alcide Allemandi prezioso per la passione e le capacità organizzative.

Con l’aiuto degli amici stranieri, con la proposta della Via formulata nel libro Jigoro Kano Educatore, con l’interesse suscitato nei giapponesi, contiamo di proseguire la promozione del judo-educazione, anche interessando gli intellettuali con la proposta di un’educazione/formazione tesa a valorizzare i valori umanistici nei nostri giovani.




Tsukinami-shiai. Arbitri: Giancarlo Manenti, Andrea Diotti, Stefano Maiaso.




L’iniziativa a favore del judo-educazione è partita dall’Italia, come la prima Federazione (1921), il primo Campionato (1923), la Federazione Europea (1949). Ancora una volta la palla rimbalzerà all’estero?

C.Barioli